SCREENING AUTISMO

Screening autismo

Attualmente il disturbo dello spettro autistico (ASD) è il più diffuso disturbo del Neurosviluppo. Anche in Italia si registra una crescita della prevalenza dell’autismo. Alla luce di tutto ciò diventa necessario diagnosticare precocemente e intervenire prima dei tre anni di età. In ambito clinico si concorda che tra 15-18 mesi si possano evidenziare delle caratteristiche tipiche di un bambino con disturbo del neurosviluppo e visto che prima si diagnostica, prima si interviene e prima si interviene maggiori sono le possibilità di successo, il Gruppo Autismo del Sanstefar Abruzzo ha ideato un progetto di screening, diretto ai bambini di età compresa tra i 12-36 mesi accolti presso asili nido pubblici e privati della Regione Abruzzo. Il progetto ha coinvolto 74 bambini di età compresa dagli 8 e i 36 mesi frequentanti strutture di asili nido della città di Alba Adriatica. La sensibilità dello screening è stata tale per cui abbiamo rilevato il 28% dei bambini con rischio da moderato a elevato per ASD, inoltre la tipologia di screening ha consentito di individuare i bambini sospetti per ASD con età media di 12 mesi, ben al di sotto dei 18-24 mesi con cui si è soliti fare diagnosi, anticipando in questo modo le possibilità di intervento di 6 mesi- 1 anno .

L'importanza di questo screening è stata riconosciuta anche all'interno della splendida cornice offerta dal primo Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (Firenze 4-5 Novembre 2022) che ci ha consentito di presentare i nostri risultati in un Poster che è stato particolarmente apprezzato da tutti gli addetti ai lavori di altre Regioni Italiane con numerose proposte di collaborazione e richieste di estensione del progetto di screening anche in altre realtà regionali. Graditissimo è stato il riconoscimento, posto alla Sanstefar Abruzzo e ai suoi operatori, della cura e della dedizione evidenziati dalla metodologia oltre che dei risultati ottenuti. Siamo convinti che lo screening precoce di tali disturbi nella prima infanzia rappresenti la chiave di volta per consentire l’innesco del circolo virtuoso intorno a tale condizione. Continuare a raccogliere i dati di tale attività di screening contribuirà alla descrizione di tale condizione nel territorio regionale nella speranza che questo possa agevolare la consapevolezza e la conoscenza necessarie per le scelte di politica sanitaria.

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